“Alessia e Petra sono due sopravvissute. Gran sorrisi. Luce accecante.“
Il loro incontro è stato nel segno del riconoscimento reciproco. Creative, artiste, attiviste e indipendenti, hanno un background di collaborazioni a livello nazionale e internazionale Alessia lavora con la fotografia e la comunicazione. Il suo linguaggio è diretto e molto realistico, aperto a più livelli di interpretazione. Ama lavorare in team composti da più figure tra cui videomaker, registi, autori, illustratori, designer e fotografi. Pratica yoga da vari anni e ama leggere di filosofia, psicologia e spiritualità: i bonsai sono di grande ispirazione per la sua arte e la sua vita. E’ nel consiglio direttivo dell’Associazione multipotenziale Pizza Mistica presso Cubo a Parma, in cui gestisce la comunicazione e crea progetti interattivi. Petra lavora con l’arte nelle sue varie discipline – artwork, moda, musica e danza. Avendo radici in Brasile la sua arte è nutrita dalle tribù del mondo senza frontiere, mescolando gli stili per raccontare la vita, la spiritualità, l’universo interiore. Oggi è rivolta particolarmente al fashion (customizzando tute con impronta militare e altre con influenza indigena), alla sua collezione di pantaloni da samurai Hakama e alla passione per i kimono. Si dedica anche alle ceramiche, ai murales e ai quadri che decora con herbarium e soggetti femminili.
ORIGANO
Il significato del nome latino dell’origano è “Gioia della montagna”.Deriva infatti dall’unione delle due parole greche oros (montagna) e ganos (ornamento), che in latino diventa origanum. Il riferimento alla montagna è invece dovuto al fatto che l’origano esprimeva la sua massima bellezza quando cresceva allo stato spontaneo sulle pendici delle colline o delle montagne dell’antica Grecia. L’origano veniva considerato nell’antichità un simbolo di felicità e per questo veniva usato per creare corone con cui cingere il capo dei novelli sposi. L’origano è antalgico, antisettico, antispasmodico, espettorante, parassiticida, stomachico e tonico. Lo si usa per curare o preservare l’apparato respiratorio e digerente: è perciò utile contro le bronchiti, le tossi persistenti, le digestioni laboriose. I fitoterapisti lo prescrivono anche per la sua azione stimolante sull’apparato nervoso; ma non manca di altre virtù Per tali peculiarità l’origano ha suscitato il simbolo del Conforto. Compone anche quello della Medicina nell’emblema dove la cicogna ne tiene nel becco un rametto, perché una leggenda diffusa fin dal Medioevo narrava che questo uccello, quando soffriva di stomaco per avere mangiato qualche cibo nocivo, si curava con origano. Il suo aspetto delicato e soave lo ha legato strettamente al mondo femminile, tant’è vero che una volta le donne lo coltivavano non soltanto per usarlo in cucina ma anche perché lo consideravano sia un talismano sia un lenimento morale. Lo si regalava infatti alle ragazze che avevano patito una grave delusione d’amore perché si riprendessero; ma lo si consigliava anche agli uomini depressi o colpiti da qualche dispiacere. E se una pianta di origano coltivata su un davanzale o un balcone disgraziatamente seccava, difficoltà o pene d’amore erano in agguato. Come apotropaico, si pone ancora oggi in sacchetti che si portano sul corpo o vengono conservati nelle stanze. Chiunque non sostenga la vostra arte, la vostra vita, non merita il vostro tempo. Chiunque non accoglie il femminile nel suo stato spontaneo e nella sua massima bellezza, non merita il vostro tempo. Duro ma vero. Se accade ciò, la donna veste gli stracci di un fantoccio femminile ed è costretta a vivere una vita assai parziale che congela i pensieri, la speranza, i doni, lo scrivere, il suonare, il disegnare, il danzare. Ho conosciuto molte donne (me compresa) che sono state depredate e allo stesso tempo che hanno elargito la propria luce con beneficienza ma con poca intelligenza, ci sono vari rischi in questo gioco, il primo è sicuramente la morte della propria anima creativa femminile che comprende talenti multipotenziali e diversificati, il secondo è che la corazza della creatività è solida e protettiva, al contrario vivere senza di essa ci espone a vari dolori lungo il percorso. E così la donna vive e sopravvive a metà, tra la propria anima selvaggia e lo stereotipo della donna al servizio, tra la natura ribelle e la schiavitù di un personaggio attribuitole da secoli. La mostra si sviluppa su 7 scatti, per chiedere la grazia si devono visitare sette chiese e ogni donna è un tempio. Per i buddhisti sono 7 i veli da togliere per arrivare all’illuminazione.